Dati e trend del mercato del caffè in cialde

Sono passati oltre 5 anni – era il febbraio 2014 – quando Il Sole 24 ore pubblicò la notizia che l’ISTAT aveva inserito nel paniere dei consumi degli italiani le cialde di caffè. Il che significa che già 5 anni fa cialde e capsule di caffè – con annesse le decine di varianti per soddisfare tutti i palati e le esigenze – erano un bene di primo consumo per tutti noi.

Tempi ridotti per la fruizione delle miscele, facilità d’uso e di pulizia, comodità di gestione del caffè in cialde e capsule ma anche di macchine da caffè in grado di utilizzarle, facevano dei nuovi formati di fruizione del caffè dei trend in crescita, adottati da un numero sempre maggiore di persone, nonostante la spesa per il caffè si mantenesse identica nel tempo (e, quindi, a scapito dei metodi di fruizione “classica” della bevanda).

In ufficio, a casa, nelle sale d’attesa era già possibile sorseggiare un caffè, scegliendo tra le varie miscele e brand. Sarà che in Italia il caffè è sempre stato “una scusa”, come giustamente asseriva Luciano De Crescenzo. Una scusa che accompagna sia momenti particolari che routinari della nostra quotidianità.

Ma quanto vale questa scusa, qual è il valore del mercato delle cialde?

Nel 2014 era di 250 milioni di euro con un trend di crescita stimato del 20%.

Stando ai dati IRI, è nel 2017 che c’è stato il vero e proprio boom del caffè porzionato – cialde e capsule – ai danni del caffè per la moka ed espresso (-6%). Infatti, nonostante il caffè macinato resti il più venduto del segmento, sono le cialde e le capsule a far registrare una continua e costante crescita (+ 10,3%).

A maggior ragione che negli anni oltre ai soliti giganti del settore – come Illy, Lavazza, Nespresso – si sono affiancate aziende e torrefazioni più o meno famose – ad esempio Borbone o Covim – che producono caffè porzionato compatibile.

Inoltre, il mercato di cialde e caffè si è spostato dal classico GDO – negozi tradizionali – a retailer mono o plurimarca e, soprattutto online. Proprio la presenza importante di fornitori di cialde e capsule di caffè all’ingrosso è la novità degli ultimi tempi.

Il cliente – sia esso azienda o privato – può tranquillamente e in autonomia ordinare la suo fornitura di caffè all’ingrosso, brand o compatibile, con un notevole risparmio economico rispetto alla grande distribuzione e anche di tempo poiché con qualche click gli verrà direttamente recapitato al proprio tramite corriere espresso.

Nel 2015 i 5 maggiori produttori di sistemi proprietari di caffè porzionato che da soli detenevano 55% del mercato, già l’anno seguente hanno ceduto due punti percentuali ai distributori di caffè porzionati compatibili.

Addirittura, nel 2017, stando sempre ai dati IRI, il calo è stato ancor più evidente: oltre il 4% nei canali super, iper e LSD ed oltre il 3% nei discount. Sono proprio i distributori online all’ingrosso e al dettaglio a gestire il recente cambiamento nel mercato del caffè monoporzione, offrendo ai propri clienti ampi assortimenti di miscele a marchio, o personalizzate, di alta qualità o più economiche a seconda del segmento di mercato che intendono occupare.